Attenzione ai falsi

A volte le storie dei falsi finiscono sulle prime pagine dei quotidiani: è accaduto con le teste di Modigliani, con Eric Hebborn, il maggior falsario di disegni antichi degli ultimi trent' anni, che sull' argomento ha scritto anche un libro. A volte il caso resta circoscritto al mondo dell' arte: il museo che si accorge di aver esposto una patacca ritira l' opera senza troppo clamore, magari anche perché l' acquisto non è stato dei più cristallini. Ma accanto a queste vicende, più o meno clamorose, che salgono alla ribalta delle cronache, c' è tutto un mondo zeppo di falsi che prima ha lambito e che ora investe come un turbine l' intera penisola. E' un universo di litografie, serigrafie, dipinti, che entra nelle case della media e piccola borghesia, per adornare un salotto o perché in quell' opera si è visto un piccolo investimento. Non sono falsi di antichi maestri ma di autori moderni e contemporanei, spesso di buon nome. E' un caso che rischia di sconvolgere i delicati equilibri del mercato dell' arte. Basta guardare i dati. Nel 1994 soltanto i carabinieri che tutelano il patrimonio artistico hanno sequestrato 60.000 pezzi tra litografie e serigrafie e 2.000 dipinti. E' un record storico e non ci sono precedenti. "E' una situazione esplosiva. Purtroppo quello dei falsi è un mercato in grossa espansione", ammette il colonnello Roberto Conforti, che guida questo speciale nucleo dell' arma e che trova nell' economia la spiegazione di questa difficile situazione. Sì perché la recessione ha aumentato gli investimenti verso i beni rifugio, e quindi anche verso l' arte, e chi non dispone di quei grandi capitali che sono necessari per acquistare un Caravaggio o un Canaletto, cerca opere da pochi milioni, con la firma di un ottimo maestro. Ed ecco il proliferare dei falsi, ecco le litografie vendute per un milione o poco più. C' è di tutto: Manzù, Dalì, Picasso, Morandi, Guttuso ma anche Brindisi, Schifano, Cascella, Fantuzzi, Omiccioli, Borghese, Treccani, artisti quest' ultimi che non hanno quotazioni altissime. Ma nel campo della grafica il costo di un falso è basso: poche migliaia di lire. Omiccioli però lo ritroviamo anche fra gli artisti di cui vengono falsificati i dipinti insieme a Morandi, De Chirico, Levi, Rosai. Ottone Rosai, di cui quest' anno ricorre il centenario della nascita, è tra i pittori italiani più contraffatti. In una storica classifica degli artisti italiani più colpiti è al terzo posto, seguito da Filippo De Pisis, Mario Sironi e da Modigliani, preceduto da Fortunato Depero e da Giorgio De Chirico, il primo in assoluto. Già, le piazze e i cavalli del fondatore della pittura metafisica sono state, e sono ancora, i soggetti preferiti dai falsari. Non mancano i francesi. Poco prima dell' estate sono stati sequestrati un Monet e due Van Gogh che attraverso un diplomatico venivano offerti per una trentina di miliardi. Ovviamente erano completamente fasulli, abilmente costruiti da un pittore finora rimasto sconosciuto. Ma è sugli italiani che punta il mercato anche perché la stragrande maggioranza degli artisti non ha lasciato archivi completi, non ci sono cataloghi. Non bastano dunque - sostengono i carabinieri - codici elettronici o dichiarazioni di esperti d' arte perché ancora non c' è un albo nazionale dei consulenti tecnici in materia d' arte. A questo bisogna aggiungere che gli acquirenti spesso, involontariamente, dimenticano che il gallerista, in base a una legge del 1961, è obbligato a rilasciare una copia fotografica dell' opera con le indicazioni sull' autenticità e sulla provenienza. Insomma se una litografia viene offerta per poche centinaia di migliaia di lire e senza garanzie non c' è da star troppo tranquilli. Un ottimo affare spesso nasconde un falso. Fonte: la Repubblica

Come Eredi di Francesco De Nicola, e come maggiori esperti sull'autenticità delle sue opere, consigliamo di stare molto attenti quando si vuole acquistare un De Nicola anche se il venditore è un noto Gallerista o Casa d'aste. Purtroppo ci troviamo sempre più spesso difronte a casi di brutte imitazioni a o lavori attribuiti al De Nicola molto arbitrariamente. Non possiamo fare altro che mettervi in guardia e verificare innanzitutto l'originalità della firma dell'Artista che garantisce "in primis" l'autenticità dell'opera. Per Vostra comodità alleghiamo di qui di seguito l'originale della firma che può essere visibile in qualsiasi angolo del dipinto (abitualmente in basso a sinistra). Sperando di avervi fatto cosa gradita, siamo lieti di collaborare gratuitamente nella scelta dell'acquisto a garanzia della sua autenticità. Per qualsiasi consiglio scrivete alla Redazione: claudio.denicola@gmail.com